La serie HBO Westworld e Blade Runner 2049, "sequel" del celebre film di Ridley Scott, affrontano temi cari al genere fantascientifico come il rapporto tra umano e post umano, la ribellione delle macchine, lo sviluppo di intelligenze artificiali superiori e, in entrambi, gli archivi svolgono un ruolo fondamentale.

Il cinema di fantascienza, da Metropolis di Fritz Lang ad oggi ha proiettato in un futuro più o meno lontano paure, speranze e problematiche del presente affrontandole attraverso l’espediente narrativo della tecnologia. In questo senso sia Westworld che Blade Runner 2049 affrontano la tematica del rapporto tra l’umanità e l’intelligenza artificiale, declinandola in aspetti differenti.

Blade Runner 2049, diretto da Denis Villeneuve e distribuito nel 2017, è il sequel di Blade Runner, il film di Ridley Scott del 1982 ispirato ai racconti di Philip K. Dick, e narra gli eventi di un’umanità post-apocalittica dove i replicanti Nexus, androidi dall’intelligenza e dalle sembianze umane, vengono cacciati e “ritirati” (uccisi) per essersi ribellati allo sfruttamento a cui erano condannati. Uno dei cacciatori di replicanti, chiamati Blade Runner, K anch’esso un replicante di nuova generazione inizia una ricerca per scoprire il mistero attorno a quella che sembra la nascita di un androide senza intervento umano e arriverà a incontrare Rick Deckard, il Blade Runner del film originale.

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Nel film gli archivi svolgono una funzione fondamentale, poiché è proprio grazie ad una ricerca in archivio che il protagonista inizierà il suo viaggio per scoprire il suo passato. In particolare nel film vengono mostrati 3 archivi: una grande struttura/monumento che conserva i documenti precedenti al grande blackout, un evento catastrofico che ha cancellato buona parte dei documenti digitali dal passato recente, quello che potremmo definire un archivio d’impresa, l’archivio della Tyrell Corporation, e un archivio di codici genetici.

Il primo archivio si presenta come una grande struttura dominata da scaffali allineati in lunghe linee prospettiche che contengono i documenti sopravvissuti al grande blackout. Il tema della perdita degli archivi digitali viene ribadito più volte nei dialoghi tra i personaggi, ricordando come solo le registrazioni analogiche e i documenti di carta siano sopravvissute all’evento catastrofico. I documenti si presentano come lastre ottiche che solo l’archivista è in grado di decifrare (anche se parzialmente).

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Il secondo archivio che viene visitato è ciò che rimane della Tyrell corporation, l’azienda che nel film originale produceva i replicanti, e si presenta come una camera di sicurezza dove sono conservate delle sfere ottiche che contengono i dati dell’archivio. I pochi dati frammentari che l’archivio conserva sono una citazione del film originale, vengono infatti riprese le scende dell’interrogatorio con la macchina Voight-Kampf Test, usata dai Blade Runner per smascherare i replicanti.

Il terzo archivio è una sorta di database ottico dove è possibile ricercare nell’intero archivio mondiale delle sequenze genetiche del DNA di umani e replicanti.

Westworld è una serie TV prodotta da HBO e ideata da Jonathan Nolan e Lisa Joy prendendo come base l’omonimo film del 1973 scritto e diretto da Michael Crichton e dal 2016 ad oggi sono state prodotte due stagioni per un totale di 20 episodi. Westworld racconta la storia di un avveniristico parco a tema dedicato alla conquista del west popolato da androidi nel quale i visitatori umani possono compiere ogni azione senza conseguenze legali. Gli androidi, i “residenti” non possono il alcun modo nuocere agli ospiti che invece spesso riversano su di loro ogni genere di violenza e crudeltà, al solo scopo di divertirsi. Col passare del tempo e grazie ad alcune modifiche apportate all’algoritmo che regola il comportamento dei residenti essi acquistano consapevolezza di loro stessi e inizia una vera e propria ribellione contro gli umani oppressori. La serie è caratterizza da una complessa trama, costituita da vari livelli temporali che intrecciano le storie di una grande racconto a più voci raccontato dai punti di vista dei personaggi principali.

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In Westworld, in particolare nella seconda stagione, gli archivi si presentano dapprima nelle forme tipiche dell’iconografia fantascientifica, strutture difficilmente accessibili, dotate di imponenti impianti tecnologici e di terminali d’accesso, per poi rivelarsi in forme innovative.
Il primo archivio che viene mostrato è la Culla (S2, E06 Phase Space e E07 Les Écorchés), traduzione italiana di cradle a sua volta versione colloquiale della room CR-4DL, apparentemente una sala server illuminata da inquietanti neon rosso rubino che conservano il backup di tutte le intelligenze artificiali, delle loro memorie e delle versioni precedenti del sistema complessivo del parco. In questa struttura va in scena la prima innovazione dal punto di vista dell’iconografia archivistica sul piccolo schermo: i documenti digitali e le informazioni archiviate non vengono mostrate come rappresentazioni ma come simulazione complessiva della realtà a cui fanno riferimento. Questa caratteristica è particolarmente evidente quando ad accedere all’archivio è un androide, che non consulta i documenti ma vive una simulazione interattiva della realtà costituita dai documenti.

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La seconda realtà archivistica è la Forgia (S2, E10 The Passenger) , the Forge, il luogo più importante e segreto di Westworld che conserva le copie digitali dei visitatori del parco. In questo luogo si scopre che il vero scopo del parco stesso è la ricerca del modo di digitalizzare la mente umana per creare una versione in codice della coscienza e del libero arbitrio. L’aspetto paradossale, a livello visivo, di quello che a tutti gli effetti è l’archivio su cui si regge l’intera narrazione della serie è che viene mostrato come una biblioteca dall’aspetto ottocentesco. Il documento alla base del progetto di digitalizzazione della coscienza umana è il libro. Un libro per ciascun visitatore del parco contenente il codice, l’algoritmo che determina ogni sua scelta. Non è chiaro se tale soluzione visiva sia dovuta ad una scelta, molto diffusa nel cinema fantascientifico, che associa all’iconografia bibliotecaria la metafora della cultura e della conoscenza umana o per provocare un cortocircuito cognitivo agli archivisti tra gli spettatori della serie.

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Sia in Blade Runner 2049 che in Westworld le narrazioni si agganciano profondamente su un archivio che, a seconda dei casi, o contiene le informazioni che danno l’impulso al racconto o rappresenta l’obiettivo stesso della quest, della ricerca, dei personaggi. Ma oltre a questa dimensione strutturale all’interno del dispositivo narrativo, si può notare come alcune caratteristiche tipiche del genere della fantascienza vengano proiettate sugli archivi come la paura del grande blackout che azzera la storia, il confitto tra umani e intelligenze artificiali, la decodifica tecnica della coscienza.

Le strutture archivistiche e i documenti in esse conservati diventano in entrambe le narrazioni il luogo dove condensare paure del presente e interrogativi sul futuro, proponendo una commistione originale tra cliché tipici dell’iconografia archivistica con visioni inedite delle nostre care scaffalature colme di faldoni.

 

 

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