Sigillo o sagèlo, seèllo, segèllo, seièllo, siqèllo, sièllo, sigèllo, sigèlo, siggèllo, siggillo, sigilo, sizilo, sogèllo, sogilló, suggello: una parola carica di storia, che nel mondo degli archivi e delle istituzioni ha avuto e ha una funzione importante e un fascino legato alla sua materialità. Un «microcosmo di cultura», come ha detto Luisa Clotilde Gentile, ricercatrice di Storia medievale e funzionaria dell’Archivio di Stato di Torino, nella conferenza Sigilli. L'impronta del potere, in occasione della mostra Carlo Magno va alla guerra, allestita a Torino, a Palazzo Madama nel 2018.

Aggiungendo che «[i]l sigillo è un’immagine o un simbolo impresso su ceralacca o altra materia cedevole a caldo, che identifica il suo titolare tramite un’iscrizione (legenda) e garantisce l’autenticità dell’atto al quale è apposto. Nell’alto medioevo il sigillo era prerogativa dei re, mentre dall’XI secolo il suo uso si estende dapprima ai grandi poteri, laici o ecclesiastici (duchi, conti, vescovi ecc.) e successivamente alle cariche minori, fino a coprire un’ampia porzione della società medievale».
Senza dimenticare che, come documenta il GDLI, il sigillo, oltre ad essere l’impronta e la materia sulla quale si imprime l’immagine, è anche lo «[s]trumento di metallo, di osso o di pietra dura sulla cui superficie sono incisi uno stemma, un simbolo, una lettera, un motto o altri segni distintivi di un sovrano o di un’alta autorità o anche di un privato; si applica su cera, ceralacca fusa, ecc. o anche su alcuni metalli (piombo, oro, argento), in modo da lasciarvi l’impronta in rilievo, al fine di autenticare, salvaguardare l’integrità, impedire la manomissione di documenti, lettere, plichi».
Come si specifica nel Vocabolario Treccani.it, quando il sigillo era realizzato con metalli (piombo, oro, argento), era allora detto bolla. Soprattutto nel caso dei sigilli dei sovrani, un piccolo sigillo detto controsigillo «veniva impresso nel rovescio di un sigillo pendente in cera a garanzia della sua integrità».

A ulteriore garanzia dell’autenticità di procedure e strumenti, stava il guardasigilli, cioè «il gran cancelliere, in quanto aveva in custodia i sigilli del sovrano o dello Stato e sorvegliava che fossero apposti correttamente sugli atti ufficiali» (Nuovo Devoto-Oli). «Oggi, titolo del ministro della Giustizia (per lo più in posizione attributiva, ministro guardasigilli), in quanto ha l’ufficio di munire del sigillo dello stato a lui affidato tutte le leggi formali, secondo quanto è disposto espressamente nella formula di promulgazione» (Vocabolario, Treccani.it).
In un testo fiorentino duecentesco, la «contessa Bietrice» regola il suo testamento ricorrendo alla ratifica dei sigilli: «Io contessa Bietrice supradetta questo mio testamento in iscritti si apresentai chiuso con otto corde alinfrascritti testimoni, a frate Paolo da Prato et a frate Leonardo delordine de frati minori […] et pregoli kelline fosseeo testimoni et ponesseroci i loro sigilli. Et questo feci nel Pelagio de Conti Guidi nela camera dovio stava. Nel Popolo di Santa Maria in campo anno domini MCCLXXVIII del mese di febraio XVIII di intrante Indictione settima et pero si ci puosi il mio sigillo».
In epoca moderna, nel linguaggio giuridico, con il termine sigillo ci si riferisce allo «strumento idoneo a garantire l’identità, la conservazione e l’integrità di beni per evitarne la sottrazione, la istruzione o l’alterazione» (Lo Zingarelli 2022).
«Intanto il maresciallo, che aveva capito la mera formalità delle nostre ispezioni, preparava già nuovi sigilli al tavolino davanti alla porta-finestra (quella del terrazzo, ne veniva un filo di luce), traendo strisce, timbro e colla dalla borsa», Salvatore Mannuzzu (1930-2019), Procedura (1988); romanzo vincitore del Premio Strega 1989).

La variante suggello è antica in italiano quanto sigillo. Quest’ultimo è stato adattato per via colta dal latino sigĭllum, diminutivo di signum, ‘segno’; la voce latina corrisponde al greco σφραγίς, sphraghís (dal quale deriva sfragistica, la disciplina che studia i sigilli). In origine, suggello è un’evoluzione diretta del latino popolare. In seguito, nel significato proprio, suggello diventa una forma letteraria. Invece, nel senso figurato, la parola entra nell’uso comune ed è utilizzata più di sigillo.
«Era eccitato e sconvolto dall’avventura, per lui nuova, che con quello strano colloquio stava per aprirglisi davanti; il colpo secco della portiera nel suo chiudersi ne fu il suggello fiammante, come se con quello avesse spezzato ogni rapporto con le ultime e già deboli resistenze della sua coscienza. Ciò che soprattutto l’attirava era la possibilità d’entrar in un regno cui fin lì aveva battuto», Giovanni Testori (1923-1993), Il ponte della Ghisolfa (1958; romanzo vincitore del Premio Strega 1959).
Un sigillo molto particolare è quello che compare nell’Apocalisse di s. Giovanni, librum scriptum intus et foris signatum sigillis septem (‘libro scritto di dentro e di fuori e sigillato con sette sigilli’), «che contiene l’avvenire e che nessuno potrà aprire se non l’Agnello, cioè Gesù, che è stato immolato per la redenzione degli uomini» (Vocabolario, Treccani, s. v. sigillo). «Vidi nella destra di quel che sedeva sopra il trono un libro scritto dentro e di fuora, sigillato con sette sigilli […] Vidi che l’agnello avea aperto uno delli sette sigilli (Bibbia volgare del XIII secolo, X-504, X-507).

Il settimo sigillo (Det sjunde inseglet) è un film del 1957 diretto dal regista svedese Ingmar Bergman (1918-2007). Trasposizione cinematografica della pièce teatrale Pittura su legno, scritto nel 1955 da Bergman per la sua compagnia, l’opera fu presentata alla decima edizione del Festival di Cannes. Il film vinse il Premio speciale della Giuria, ex aequo con I dannati di Varsavia di Andrzej Wajda. La frase che apre il film è: «Quando l’Agnello aperse il settimo sigillo, nel cielo si fece un silenzio di circa mezz’ora e vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio e furono loro date sette trombe».
In un Nord Europa sconvolto dalla peste, il nobile cavaliere Antonius Block e il suo scudiero Jöns tornano dalle crociate in Terra Santa. Il cavaliere trova ad attenderlo la Morte, che Block aveva deciso di sfidare a scacchi per rimandare il momento fatale. La Morte acconsente al rinvio.

Segno insieme concreto e simbolico del potere e dell’autorità, oggi il sigillo non perde le sue funzioni ma si adatta al contesto sociale, giuridico e tecnologico completamente mutato rispetto al passato. In questo senso, l’odierna firma elettronica qualificata potrebbe essere paragonata al sigillo classico, ma in modo più stringente all’attuale sigillo elettronico qualificato, con la differenza che quest’ultimo non afferisce a una persona fisica, bensì a una persona giuridica.

Sigillo è anche il nome di una cittadina umbra, in provincia di Perugia, di antica origine. Come è scritto nel Dizionario di toponomastica della UTET, «il toponimo pare un riflesso del latino sigillum ‘figurina, piccola immagine, statuetta’, poi ‘impronta’».

Alcune iniziative sui sigilli negli Archivi di Stato
Archivio di Stato di Bergamo
Interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici: Sigillo cereo di Emanuele Filiberto duca di Savoia (1568)
Archivio di Stato di Bolzano
Il restauro dei sigilli dell’Archivio di Stato di Bolzano
Sigilli: il video sul progetto di restauro dei sigilli del Principato vescovile di Bressanone conservati nell’AdS di Bolzano
Il sigillo di Mechthilt von Trautson 1329
Il sigillo di Fritz von Hülben, ex doganiere a Tell 1336
Archivio di Stato di Macerata – Sezione dell’Archivio di Stato di Camerino
Esposizione di sigilli della Sezione dell’Archivio di Stato di Camerino
Archivio di Stato di Milano
Tesori d’archivio: sigilli staccati, tra conservazione e restauro
Il video
Archivio di Stato di Reggio Emilia
I sigilli diversi del Museo dell’archivio di Stato di Reggio Emilia
La collezione dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia: tre secoli di storia nei sigilli dei notai. Intervista alla direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia, La Gazzetta di Reggio.it, 2018
Archivio di Stato di Torino
Sigilli: progetto di digitalizzazione

Per saperne di più
Maria Vittoria Adami, Quando gli archivisti salvarono sigilli e pergamene dalle bombe, L’arena.it, 3 maggio 2022.
Luisa Gentile, Paola Novaria, Paola Rizzi e Francesca Turco, L’emblema dell’Università di Torino. Storia di un sigillo e delle sue diverse realizzazioni e interpretazioni.
AGID-Agenzia per l’Italia Digitale, Firme e Sigilli Elettronici, Analisi comparativa delle varie tipologie presenti nella normativa nazionale e comunitaria, dicembre 2019.
L’applicativo Sigillo per l’apposizione della Firma Elettronica Avanzata (FEA) per le Istituzioni scolastiche. La circolare del 24 gennaio 2022, con la quale il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero della Cultura, in collaborazione con AgID, hanno ridisegnato il modello di gestione documentale delle Istituzioni scolastiche.

Per le citazioni e le etimologie, sono stati consultati: lo Zingarelli 2023; Vocabolario, Treccani.it; Nuovo Devoto-Oli (2023); Stazione lessicografica dell’Accademia della Crusca; DELI – Il nuovo etimologico Zanichelli (1999); Enciclopedia dei ragazzi, Treccani.it; Il nuovo De Mauro; Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani (1997), UTET libreria.

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