In una struttura dall’aspetto misterioso, a metà strada tra un tepee e una navicella spaziale, nella città di Laramie, incastonata tra le Montagne Rocciose del Wyoming meridionale, si trova l’American Heritage Center, divenuto molto famoso negli ultimi giorni poiché lì è conservato l’archivio di Stanley Martin Lieber… meglio conosciuto come Stan Lee.
Stan Lee è scomparso lo scorso 12 novembre a 95 anni. Creatore di Spider Man, the Incredible Hulk, Fantastic Four, Thor e moltissimi altri personaggi, Lee ha plasmato l’immaginario di generazioni di lettori, umanizzando e problematizzando la figura del supereroe da fumetto e sviluppando una delle più floride cosmologie narrative e visuali della cultura popolare contemporanea. L’impatto del suo lavoro decennale, iniziato tra il 1939 e il 1941, ha lasciato un segno indelebile anche nelle modalità di produzione del fumetto negli Stati Uniti, sia per la Marvel Comics che, brevemente e in anni più recenti, con la DC Comics e ha attraversato 70 anni di storia americana.
Le carte di Lee all’AHC
L’acquisizione delle carte di Lee all’AHC è iniziata nel 1981 ed è proseguita con vari versamenti fino al 2011 arrivando all’attuale consistenza di circa 200 scatole, che conservano documenti a partire dal 1926. I documenti di Stan Lee, organizzati in otto serie principali, includono manoscritti e bozze di lavoro di molte produzioni della Marvel Comics tra cui strisce giornaliere di Spider-Man e Vera Valiant oltre a lavori preparatori riferibili a fumetti come Silver Surfer, X-Men, Capitan America, i Fantastici Quattro e l’Incredibile Hulk. Tra le carte si conserva anche gran parte della corrispondenza privata di Lee: per la maggior parte si tratta di lettere ai soci riguardanti la gestione e il funzionamento del Marvel Comics Group, le attività relative alla produzione di fumetti e in misura minore anche la corrispondenza inviata e ricevuta dai fan. Sono inoltre presenti un ricco archivio fotografico (che riguarda sia la vita privata di Stan Lee sia il rapporto con la Marvel e l’industria del fumetto) e numerosi materiali audiovisivi, tra cui audiocassette, DVD e numerose videocassette di interviste ed eventi di Stan Lee come presentazioni, sessioni di autografi, convention e talk show.
Le carte e i materiali conservati all’AHC permettono da un lato di studiare come la storia del Novecento statunitense si sia depositata nel processo creativo dei personaggi di Lee, dagli echi della Seconda guerra mondiale e della Guerra del Vietnam alle lotte per i diritti civili degli anni Sessanta dove, ad esempio, le visioni di Malcolm X e Martin Luther King jr si manifestano nei personaggi degli X-Men o ancora la grande influenza della cultura ebraica mitteleuropea. Dall‘altro sono uno spaccato dell’attività e dell’evoluzione di 50 anni di industria culturale e del fumetto, sia dal punto di vista interno dei rapporti di produzione tra autori, editor, disegnatori, che nel rapporto col pubblico e i fan.
Per spiegare il perché della scelta dell’AHC, nel 2012 Stan Lee, durante un’intervista del «Wall Street Journal» in cui si raccontava del documentario a lui dedicato With Great Power: The Stan Lee Story, ha dichiarato che:
It’s quite an experience to see yourself as the subject of a documentary. There were a lot of things that were mentioned that I had almost forgotten about. I have this little archive at the University of Wyoming. You may wonder why I picked that university, but when they asked if I would archive my material there, they said that Jack Benny, he had his archive there, and I was a big fan of Jack Benny’s and I figured if he’s there I want to be there. So anyway, Nikki, and Will and Terry, they used that resource at the University of Wyoming. The archives had so many things about my life, things that I had forgotten. And when I saw them on the screen it was really quite a kick.
Soggetto produttore, utente e narratore del suo archivio
Come si intuisce, l’archivio di Lee è stato utilizzato nel corso degli anni da numerosi studiosi, storici e fan per conoscere e studiare l’opera dell’autore da un’angolazione complementare rispetto alla produzione fumettistica pubblicata.
Da questo punto di vista uno degli aspetti ancora poco indagati è l’utilizzo pubblico dei documenti da parte di un utente “particolare” dell’archivio, il suo stesso “soggetto produttore”: nel corso degli anni Lee non solo ha accresciuto, come si diceva prima, con donazioni regolari di materiali nel corso di quasi 30 anni, ma ha continuato a frequentare e consultare il suo archivio come utente, soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita recuperando materiali da utilizzare in conferenze e nell’attività online.
In particolare è possibile osservare un esito di queste frequentazioni archivistiche delle proprie carte prendendo in esame i canali social di Stan Lee, dove si può dire che abbia sviluppato un rapporto dialogico con il suo archivio.
Se, ad esempio, si scorre il profilo twitter @TheRealStanLee si può notare come l’hashtag “#StanLeePapers at @ahcwyo” ricorre decine di volte e i materiali depositati decenni prima sono stati utilizzati per commentare e raccontare il presente o per ricordare eventi del passato.
Questa attitudine di Stan Lee ci mostra una notevole consapevolezza sul suo archivio personale e soprattutto come la scelta precoce di cedere a un istituto la funzione conservativa sulle carte, raccolte in decenni di attività, superi la problematica del cercare un custode affidabile per la propria memoria materiale e diventi uno strumento privilegiato per reperire le fonti di una narrazione autobiografica, svolta in questo caso sui social network.
L’AHC ricorda come Lee, con queste continue e frequenti citazioni del suo archivio, abbia avuto un ruolo molto importante nel promuovere la conoscenza del centro, facendo sviluppare un inedito interesse archivistico da parte di fan e studiosi. Inoltre l’istituto ha più volte fatto notare come Lee si sia impegnato nell’ampliamento dell’archivio dell’AHC invitando altri autori e artisti a depositare i propri archivi all’Università del Wyoming.
L’American Heritage Center dell’Università del Wyoming
L’AHC è l’istituto archivistico dell’Università del Wyoming, una struttura dedicata alla conservazione e allo studio della storia dello Stato del Wyoming, di fenomeni tipici dell’industria culturale americana e una biblioteca di manoscritti e libri rari. Istituita nel 1945 la struttura oggi ospita 2500 metri lineari di documenti e 55.000 libri, sviluppandosi sempre più come punto di riferimento per la raccolta e la conservazione di archivi personali provenienti da tutti gli Stati Uniti, garantendo l’accesso libero e gratuito a ricercatori, studiosi e cittadini comuni. L’Istituto è stato premiato nel 2010 dalla Society of American Archivists per l’importanza culturale che riveste e per la riflessione teorica sulle politiche di selezione e la dismissione di collezioni per garantire l’accesso e il funzionamento di istituti di conservazione con risorse e spazi limitati.
Per ricordare Stan Lee, il suo lavoro, il suo archivio e il suo ruolo nel American Heritage Center l’Università del Wyoming ha allestito una mostra in sua memoria a partire dal 19 novembre.
Per saperne di più
L’inventario dell’archivio Stan Lee all’AHC
Il ricordo di Stan Lee dell’AHC
The Maverick Behind the Men Beneath the Masks, il testo completo dell’intervista al WSJ del 2012
But You Promised: A Case Study of Deaccessioning at the American Heritage Center, University of Wyoming pubblicato su «The American Archivists» (pdf)
Celebrating Comics’ Champion Stan Lee, dal blog della Library of Congress