Cosa succede quando enti pubblici e privati uniscono le forze per valorizzare i rispettivi patrimoni fotografici? Quali sinergie si possono creare? Quali sono i benefici generabili? Di questo si è discusso nell’evento “Patrimoni fotografici pubblici e privati: quali sinergie e opportunità?”, organizzato dall’Archivio Storico Intesa Sanpaolo in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Catalogo e
Cosa succede quando enti pubblici e privati uniscono le forze per valorizzare i rispettivi patrimoni fotografici? Quali sinergie si possono creare? Quali sono i benefici generabili?
Di questo si è discusso nell’evento “Patrimoni fotografici pubblici e privati: quali sinergie e opportunità?”, organizzato dall’Archivio Storico Intesa Sanpaolo in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Catalogo e Documentazione – ICCD, il 30 maggio 2025 alle ore 11.00 presso Gallerie d’Italia – Torino, museo torinese di Intesa Sanpaolo dedicato alla fotografia.
Durante l’incontro sono intervenuti: Carlo Birrozzi, Direttore ICCD; Barbara Costa, responsabile Archivio Storico Intesa Sanpaolo; Alessandro Coco, coordinatore del portale delle raccolte fotografiche del MiC; Federica Brambilla, records manager Archivio Storico Intesa Sanpaolo; Serena Berno, curatrice dell’Archivio Publifoto e della sezione fotografica e iconografica dell’Archivio Storico Intesa Sanpaolo; Antonella Russo, storica e curatrice della fotografia; Irene Piazzoni, storica, Università degli Studi di Milano.
L’occasione dell’incontro è stata la presentazione dell’accordo sottoscritto dall’Archivio Storico Intesa Sanpaolo e dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione per l’integrazione dei dati del catalogo dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo all’interno del portale dedicato alle raccolte e agli archivi fotografici degli Istituti del Ministero della Cultura, con ICCD capofila https://fotografia.cultura.gov.it/.
L’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo è costituito da circa 7 milioni di fotografie di cronaca, politica, costume, società, cultura, sport, paesaggio e architettura, realizzate per lo più tra gli anni Trenta e gli anni Novanta del Novecento in Italia e all’estero, sia dai fotografi alle dipendenze dell’Agenzia fotogiornalistica Publifoto di Vincenzo Carrese, sia da fotografi o da altre agenzie che si avvalevano di Publifoto per la distribuzione. Sono presenti anche altri fondi acquisiti dall’agenzia nel corso degli anni, attualmente in corso di studio e catalogazione. L’Archivio comprende negativi su vetro e pellicola, provini a contatto e stampe in bianco e nero; vi sono poi diapositive e stampe a colori.
Nel 2015 è stato acquistato da Intesa Sanpaolo al fine di valorizzarlo come bene culturale nazionale, un’iniziativa promossa nell’ambito di Progetto Cultura, il contenitore strategico delle attività culturali del Gruppo.
Questo è il primo patrimonio fotografico di un ente privato ad essere integrato nel portale delle raccolte fotografiche del Ministero della Cultura, segnando un momento significativo nell’apertura di questa piattaforma nazionale alle collezioni conservate da soggetti non pubblici.
Grazie all’utilizzo dei Linked Open Data (LOD), già in uso per la pubblicazione del catalogo dell’Archivio Publifoto fin dal 2022, è stato possibile mettere a disposizione, all’interno del portale ministeriale, un primo nucleo di circa 35.000 immagini dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo per permetterne una lettura integrata e relazionata con le altre fonti presenti. Tra queste, quelle del Gabinetto Fotografico Nazionale che, insieme all’Aerofototeca Nazionale, è confluito nel 1975 in ICCD. L’Istituto, che quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario dalla sua fondazione, conserva infatti “una delle più importanti raccolte pubbliche di fotografia storica nazionale con alcuni milioni di fototipi che vanno dal 1840 a oggi”.
L’adozione dei LOD e dell’ontologia ArCO, il Knowledge Graph del patrimonio culturale italiano, e l’implementazione di standard condivisi hanno permesso di unificare i dati provenienti dai diversi dataset, consentendo la creazione di un unico punto di accesso e permettendo ai diversi archivi di interoperare in modo efficace, superando differenze tecniche e organizzative e abilitando nuove possibilità di ricerca.
Per quanto riguarda gli scatti fotografici, l’adozione dello standard IIIF consente di pubblicare in modo interoperabile le immagini digitalizzate, che comunque rimangono fisicamente all’interno delle strutture informatiche del proprietario, garantendo così sia l’accessibilità che la sicurezza del patrimonio digitale.
Mettere a disposizione un punto d’accesso unico ad un patrimonio fotografico digitalizzato sempre più ampio offre agli utenti un’esperienza di consultazione e conoscenza significativamente arricchita perché permette l’esplorazione di un patrimonio complessivo in costante accrescimento – attualmente sono quasi 500.000 le fotografie online all’interno del portale del MiC, alla scoperta di connessioni inedite tra luoghi, eventi e personaggi. Questo approccio trasforma la consultazione del patrimonio fotografico in un’esperienza amplificata, dove la diversità delle fonti diventa il valore aggiunto che potenzia le possibilità di studio e comprensione del materiale documentario.
Questo progetto rappresenta un caso concreto di buona pratica, ma la strategia è più ampia: veri obiettivi sono il coinvolgimento di altri archivi per espandere progressivamente l’accesso al patrimonio fotografico nazionale; la condivisione di conoscenze per la descrizione del patrimonio fotografico con vocabolari specifici e authority file unificati; e l’individuazione di strategie comuni per attività condivise e sinergiche, come la creazione di un’anagrafe, sempre più completo e affidabile, dei fotografi presenti negli archivi.
La registrazione dell’evento è disponibile sul canale Youtube dell’ICCD.